Corsi e professioni

Il driver di cavalli da corsa

Il driver o, per dirla all’italiana, il guidatore di cavalli da corsa, è una figura professionale sconosciuta ai più, ma che trova le sue origini già nel IX secolo, a Padova, dove venne disputata la prima corsa ufficialmente riconosciuta. Era il lontano 1806 e si gareggiò in Prato della Valle.

Come dice la parola stessa, il guidatore è colui che guida, conduce; in questo caso, trattandosi di cavalli, è quella persona che ha il compito di condurre i cavalli nelle competizioni al trotto. Come dicevamo, si tratta di un vero e proprio professionista. La sua figura è fondamentale per la disputa delle corse: infatti rifinisce, con la sua competenza, preparazione e professionalità, tutto il lavoro giornaliero svolto dai vari team, che preparano i cavalli alle competizioni….

Fino a qualche decennio fa, il driver e l’allenatore di cavalli erano, nella maggior parte dei casi, la stessa figura; da qualche tempo invece, tranne qualche sporadica eccezione, le due figure sono diventate ben distinte, anche se collaborano assiduamente ed a stretto contatto, per la buona riuscita del lavoro.

Adesso, il guidatore che svolge unicamente questo lavoro, è detto “catch driver” ed è colui che viene scelto per condurre il cavallo/i nelle corse, ma che non ha una propria struttura o scuderia dove operare giornalmente.

Allora cosa fa esattamente questo professionista? Sfrutta il lavoro altrui? La risposta è assolutamente no, in realtà lo compensa! Forse in effetti, dall’esterno potrebbe sembrare che, mentre le altre persone che seguono i cavalli nella quotidianità fanno tutto il lavoro, poi arriva costui e si prende solo i meriti, nel caso vada tutto bene; e non abbia ripercussioni su di sè o alcun tipo di responsabilità, nel caso i risultati non siano quelli sperati. Beh, non è così semplice.

Innanzitutto, prendere le redini di un cavallo che non conosci e capirne abitudini, pregi e difetti in pochi attimi, non è un “giochetto” per tutti; tra l’altro ogni cavallo ha un proprietario, secondo il quale (ora ci scherzo un po’, ma – credetemi – quello che scrivo si avvicina molto alla realtà) il suo cavallo è migliore degli altri, quindi si aspetta un risultato all’altezza di queste convinzioni.

L’allenatore, dal canto suo, ha sicuramente preparato al meglio il cavallo; quindi, anch’egli si attende il medesimo risultato! E questo povero guidatore – vi starete chiedendo – ma chi glielo ha fatto fare?

Ve lo provo a spiegare con poche semplici parole: Passione ed amore per il proprio lavoro, ma soprattutto per questi stupendi animali che sono i cavalli! Chi ha avuto a che fare direttamente o indirettamente con questi quadrupedi lo può capire; per le altre persone spero di poter trasmettere con le mie parole cosa significa guidare un cavallo, quali sono le sensazioni, i pensieri, le emozioni che si possono provare in quei due minuti…

Si perché tanto dura una corsa, due soli minuti, durante i quali devi fare e decidere mille e più cose, non sbagliare niente o il meno possibile; un tempo ristretto in cui devi essere freddo, lucido e deciso (e decisivo), ma ti assalgono spesso mille emozioni, perché sei umano, ed è qui il bello! Perché gioisci per una vittoria, ti arrabbi se va male, puoi dedicare a qualcuno il successo, puoi dar sfogo alle tue emozioni, ma tutto questo è racchiuso in due minuti di pura adrenalina.

Come si svolge la giornata tipo del catch driver? Diciamo, riassumendo, per non entrare in argomenti che richiedono tempi biblici per le spiegazioni, che ha due fasi: la mattina, durante la quale è impegnato a rispondere al telefono per dare la sua disponibilità ai vari ingaggi, rispondere ai quesiti dei proprietari che vogliono sapere tutto dei loro portacolori e infine, argomento di non minore importanza, alle domande dei giornalisti. Poi ci si mette in viaggio, per raggiungere l’ippodromo, dove inizia il vero e proprio lavoro pratico.

Si vestono i panni di “ordinanza” e ci si reca ai box dove già si trovano i cavalli che il driver guiderà durante la riunione di corse. Qualche chiacchiera e qualche battuta e poi si comincia a fare sul serio. Si parla di cose tecniche, modifiche fatte a finimentazione, ferrratura ecc. e l’allenatore spiega quali sono le caratteristiche del cavallo, poi si esce per la sgambatura (il riscaldamento muscolare pre corsa) che in alcuni casi viene svolta dall’allenatore, in altri, proprio per agevolare la conoscenza, si cedono le redini al catch, che ha quindi il primo contatto con l’animale.

Al rientro della coppia uomo/cavallo ci sono una nuova serie di scambi di pareri e di consigli perché tutto deve essere perfetto. L’allenatore ha osservato tutto da bordo pista e le impressioni dei due uomini si integrano, ci si avvicina così piano piano, al momento clou: la corsa.

È il momento nel quale driver e cavallo diventano i protagonisti assoluti. Si “veste” il cavallo con tutti i finimenti, gli ultimi accorgimenti sono per controllare un’ultima volta tutti i particolari di briglia, guide ben attaccate, sottocoda, eccetera; si attacca il cavallo al sulky e ci si avvia verso la pista.

Ultimi consigli e poi l’entrata in pista: il momento in cui vale tutto e niente. Sei solo tu ed il cavallo, contro tutto e tutti. Persone e appassionati allo steccato che ti chiedono notizie sul cavallo, le urla della gente, i trattori che sistemano la pista, le luci, i profumi… ma tutto smette di esistere nell’esatto momento in cui vieni chiamato alla partenza. Quindi massima concentrazione ed impegno, perché hai due minuti molto intensi che ti aspettano. Credetemi: a volte sembrano infiniti!

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