Cavalli al pascolo, fattrice e puledro
Anatomia del cavallo

Vita media del cavallo: Il ciclo di vita

Il parto

La vita di un cavallo inizia quando il puledro viene alla luce.

Il periodo di gestazione della fattrice dura tra i 315 e i 365 giorni (un anno circa).

Il parto avviene normalmente di notte, perché la madre si sente più al sicuro, inoltre i cavalli sono più attivi di notte quando vedono meglio, piuttosto che di giorno. All’alba il puledro dovrà essere già in grado di muoversi autonomamente e scappare dai pericoli.

Le spinte della cavalla e del puledro sono sufficienti, senza l’aiuto dell’uomo, per la sua fuoriuscita insieme alla placenta in cui era contenuto.

Solitamente escono prima gli anteriori, poi la testa infine i posteriori.

In questo momento il cavallo respira ancora attraverso il cordone ombelicale della madre.

Quando il puledro è uscito completamente, resta sdraiato a terra per un po’, mentre la fattrice si gira per vedere cosa le ha dato così tanto lavoro, rompendo il cordone ombelicale.

La cavalla inizia a leccare il puledro su tutto il corpo, stimolando la circolazione, asciugandolo e trasmettendo calore.

Le coccole della madre sono così intense che stimolano il puledro a spostarsi.

Entro massimo due ore dalla nascita il puledro riuscirà ad alzarsi e barcollando cercherà di acquisire l’equilibrio necessario a camminare e a correre dato che il cavallo è per natura una preda, quindi deve essere immediatamente pronto a fuggire.

Per le sue ossa morbide ed elastiche le cadute sul prato o sulla lettiera non sono un problema, l’importante che non sbatta la testa vicino a pareti, alberi o staccionate.

Il puledro inizia a cercare la pancia della madre dove fino a poco fa stava al caldo e dormiva comodamente e trova i capezzoli del seno materno da dove prende il suo primo pasto, chiamato colostro, che è importantissimo per la sua crescita.

Socializzazione nel branco

Nel branco il puledro resterà sempre vicino sua madre che da parte sua sarà molto protettiva nei confronti del figlio.

Vivendo insieme ad altri cavalli, il puledro inizierà pian piano ad acquisire competenze sociali e comunicative che gli saranno utili per comunicare ai suoi simili quando ha bisogno di spazio per muoversi, così che non succedano incidenti tra i cavalli.

Quando i cavalli si scontrano infatti fanno il possibile per non ferirsi, proprio perché sanno comunicare tra di loro.

È fondamentale che un puledro venga inserito in un branco insieme ad adulti che possano insegnargli il linguaggio della comunicazione, tuttavia la vita in branco lascerà quasi sempre cicatrici sul manto del cavallo, segno evidente di socializzazione.

Addestramento puledri

Entro qualche mese la predisposizione di un cavallo per una determinata disciplina è già chiara, anche grazie alla genealogia dei genitori e delle attitudini di razza.

Così nei primi due anni di vita c’è un processo di addestramento, fatto solitamente di desensibilizzazione, di comunicazione e di messa in sella; addestramento mirato alla disciplina per cui il cavallo è stato selezionato.

A poco più di due anni i cavalli, ancora con le loro ossa giovani e fresche, iniziano ad essere montati e preparati per le competizioni riservate ai cavalli giovani.

I cavalli non dovrebbero essere montati prima dei tre anni, ma solitamente la doma inizia a 18 mesi dalla nascita, soprattutto con il lavoro da terra.

Vita media del cavallo

Così i cavalli iniziano la loro carriera sportiva. Tra i 4 e i 5 anni partecipano a categorie riservate.

Dopodiché, solo i più fortunati continuano la loro vita nelle scuderie, impiegati per la scuola o montati da cavalieri più esperti. Gli altri, quelli che non si sono rivelati all’altezza delle competizioni, per loro predisposizione naturale o perché hanno riportato traumi non indifferenti, nel peggiore dei casi finiscono al macello. Questi cavalli infatti avrebbero poco valore per essere commercializzati e fare affari. Spesso questi cavalli vengono venduti come cavalli da compagnia o per passeggiate.

Con il passare degli anni le ossa si sono intanto rinforzate e quindi le lesioni possono diventare traumi più difficili da risanare rispetto ad un puledro.

Spesso passando da un proprietario all’altro, da una scuderia all’altra, attraverso diverse città e spesso anche nazioni, i cavalli continuano la loro vita sportiva e sociale ormai adulti e presto maestri di generazioni future.

Gli stalloni vengono usati per inseminare le fattrici. Spesso poi vengono castrati così da essere più tranquilli nel periodo di monta quando sono in gruppo. Da parte loro, con le dovute attenzioni, le fattrici possono dare vita ai puledri anche in età più avanzata.

Un cavallo inizia ad essere considerato vecchio già passati i vent’anni, ma successivamente continua a fare lavori più leggeri anche per diversi anni se viene gestito nel modo corretto. Generalmente infatti un cavallo vive intorno ai trent’anni, ma non è impossibile che arrivi anche ai quaranta.

Quindi, un cavallo anziano va in pensione da competizioni e lavori faticosi; passa molto tempo al paddock o spesso nel box.

Quando il cavallo sarà morto, non resterà altro che il ricordo e allo stesso tempo il dolore del proprietario o cavaliere che aveva condiviso con lui esperienze indimenticabili.

Antonino Latocca

Sono nato nel '95 in un paese della Basilicata.
Ho iniziato a praticare equitazione dalle scuole elementari.
Nel 2014 mi sono diplomato come perito elettrotecnico.
Mi sono iscritto poi alla facoltà di Scienze e Tecnologie informatiche all'università e ho fatto un periodo di studi all'estero.
Mi occupo di sviluppo web da autodidatta fin da quando ho avuto il mio primo computer.
Mi occupo oggi di blogging, sviluppo siti web e montaggio video.
Ho pubblicato un manuale di equitazione intitolato "Pronti In Sella" e un manuale di programmazione intitolato "Sviluppare pagine per il web".

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